Cenacolo

Cenacolo Castelbuono
Cenacolo Castelbuono

Tipologia: Affresco
Autore: anonimo
Datazione: XVII secolo – 162[1]
Collocazione: Ex Convento di Santa Venera – Badia, Castelbuono
Data restauro: 2017-2018

Stato di conservazione

Il dipinto murale, datato 162[1], è posto nella parete ovest dell’ambiente di piano terra affacciato sul cortile dell’attuale Biblioteca comunale, e corrispondente con il refettorio dell’ex convento di Santa Venera, comunemente detto Badia.

Il dipinto, che interessa in tutta l’estensione la parte fino ad un’altezza da terra di 1 metro circa, raffigura l’Ultima Cena secondo l’iconografia eucaristica cristiana della tavola lunga, rettangolare, con i dodici apostoli ai lati della figura centrale del Cristo e la mensa cosparsa di cibo. Come d’uso nei refettori, all’affresco del Cenacolo fa da contraltare, sul lato opposto, un affresco della Crocefissione, in stato di conservazione molto precario.

L’opera versava in gravissime condizioni di conservazione. L’intonaco di supporto si presentava rigonfio con gravi difetti di adesione al supporto murario. Le sacche vuote interne compromettevano gli intonaci affrescati con reale pericolo di caduta, come già verificatosi in maniera importante su ampie zone del dipinto di cui è andata perduta una buona percentuale di brani pittorici. Tutta la fascia superiore del dipinto, infatti, compreso il volto di Cristo, è andata perduta e la lacuna rappezzata con della malta.

Erano presenti numerose fessurazioni del supporto murario che attraversavano in senso per lo più longitudinale la superficie del dipinto coinvolgendo tutti gli strati dell’intonaco, accompagnate da lacune del supporto murario di dimensioni variabili. Erano presenti diffusi fori di dimensioni variabili tra i 5 mm e 2 cm di diametro, chiodi arrugginiti ed elementi di varia natura ancorati al muro.

In alcune aree del dipinto l’intonaco era tumefatto, sgretolato e privo di coesione materica. Segni di percolamento dell’acqua erano attribuibili alla presenza di infiltrazioni risalibili a prima che l’ambiente fosse ristrutturato in un intervento recente che ha coinvolto tutto l’edificio.

La superficie pittorica si presentava notevolmente lacunosa, abrasa e alterata cromaticamente a causa di un generale annerimento dovuto probabilmente alla presenza di uno strato di sostanze grasse applicate sulla superficie, deposizione atmosferica, fumo e particelle volatili. La natura grassa di questo strato di deposizione è sottolineata dal caratteristico aspetto lucido della superficie, facilmente riscontrabile ad una osservazione a luce radente.

In un passato intervento di manutenzione, l’affresco è stato ricoperto da scialbatura a calce, in più strati, prassi comune finalizzata al risanamento igienico degli ambienti. Di tale scialbatura, in parte rimossa in un precedente intervento, erano ancora presenti numerose tracce, sovrammesse al colore originale.

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